sabato 14 febbraio 2015

"Semina i tuoi sogni, crescerà la tua vita": il nostro saluto a Giuseppe





«Semina i tuoi sogni, crescerà la tua vita».

Ora che Giuseppe Baracchi ci ha lasciato per noi è difficile trovare le parole giuste. E forse è più giusto il silenzio, che poi è un modo di nascondere, oltre al dolore, anche il rimpianto di non averlo conosciuto ancora più a fondo. Quel rimpianto che a volte si mescola a desideri che solo il cuore può giustificare, perché non appartengono al cammino in questo mondo: per esempio il desiderio di averlo incontrato da giovane pieno di idee e di futuro, di ritorno dopo la guerra nel suo Casentino.

Difficile, in ogni caso, perché con le parole non si riesce ad abbracciare una vita come quella di Giuseppe. Una vita così lunga e ricca di successi, aspirazioni, affetti, passioni. Noi che da giornalisti viviamo di parole questa volta le parole non siamo in grado di trovarle e di metterle in fila.

Poi ci è tornata in mente questa frase, che uno di noi due – non importa chi – impiegò qualche anno fa, in una serata bella e commovente a Rondine, quando in tanti ci ritrovammo a festeggiare i 90 anni di Giuseppe.

«Semina i tuoi sogni, crescerà la tua vita».

Una frase che per chiunque di noi può essere vera, solo che in genere facciamo fatica a esserne consapevoli, anzi, non ce ne ricordiamo proprio. In pochi riescono a viverla in questo modo. Giuseppe è stato certamente tra questi.

Oggi che lui non c'è più vogliamo tenerci stretto il ricordo di come ha seminato i suoi sogni e di come ha fatto crescere la pianta della sua vita.

Bastava una stretta di mano, accompagnata dal suo sorriso e da una manciata di parole, per capirlo al volo: era un uomo dalla vita larga, generosa negli orizzonti e nelle speranze.

Certo, anche un imprenditore di successo. Ma di quelli che a noi richiamava una frase di George Bernard Shaw, il commediografo irlandese:
«Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano, e se non le trovano le creano».

Ecco, proprio così. Il suo successo era fatto di buone idee eseguite bene, magistralmente bene, ma con il cuore puntato nella giusta direzione. Ovvero un cuore aperto agli altri, un cuore disposto alla curiosità e alla novità, un cuore disposto sempre a raccogliere sempre nuove sfide. Perché era questo Giuseppe, un uomo che sapeva appassionarsi e alimentare la sua creatività giorno dopo giorno, anche in età avanzata.

In fondo è questa la vera saggezza: nient’altro che imparare dal passato, vivere per il presente, sognare per il futuro. Che è tutto ciò di cui abbiamo un terribile bisogno oggi più che mai.

Per questo siamo orgogliosi di aver conosciuto Giuseppe e di aver collaborato alla Fondazione che porta il suo nome per certi versi anche il suo sorriso:

il sorriso di chi sa che il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni.

Oggi ci viene da salutarlo con le parole di John Lennon

«La vita è tutto ciò che ci succede mentre facciamo progetti per il futuro».

Paolo e Massimo